Salute orale e prevenzione della carie
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per la salute orale: una dieta equilibrata si è dimostrata efficace anche nel mantenere gengive e denti sani. Mangiare e bere in maniera errata (snack zuccherati e bevande gassate in primis) può favorire alcune patologie del cavo orale quali carie, gengiviti e parodontiti. Se la nostra alimentazione è carente di vitamine, sali minerali e proteine a risentirne è tutto l’organismo in generale bocca compresa: i denti possono diventare più fragili, il cavo orale più incline alle infezioni e i processi riparativi dei tessuti più lenti e difficili. Tra gli alimenti che promuovono la salute di denti e gengive ci sono i cibi ricchi di Omega 3, che aiutano a prevenire le infezioni inibendo la proliferazione di alcuni batteri responsabili di infiammazioni, gengiviti e carie e quelli contenenti vitamina C e D. Numerosi studi clinici hanno dimostrato che una carenza di vitamina D oltre ad associarsi alla condizione di osteoporosi, alla malattia cardiovascolare e alle patologie autoimmuni è legata anche ad una maggior incidenza di carie. Inoltre, sono fondamentali i sali minerali e in particolare il calcio e il magnesio. Come sempre però più che un singolo alimento è importante una sana alimentazione nel suo complesso, una dieta varia e ben bilanciata infatti fornirà all’organismo tutti i nutrienti di cui ha bisogno. Il rapporto che esiste tra nutrizione, salute orale e benessere in generale è molto complesso, basti pensare che per una buona digestione dobbiamo partire da una bocca sana. Il processo digestivo infatti inizia proprio qui grazie all’azione della saliva, contenente gli enzimi capaci di scomporre grassi e carboidrati, ma anche grazie all’azione meccanica di denti forti e sani che tagliano e sminuzzano il cibo. Triturare bene gli alimenti farà diminuire i tempi di permanenza del cibo nello stomaco migliorandone la digestione. Masticare bene e a lungo però non favorisce solo la digestione ma limita in parte anche il problema di gonfiore addominale, perché si ingerisce meno aria e migliora i sintomi di diverse problematiche gastrointestinali quali la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) e la gastrite.
A parlarci della salute della nostra bocca e di come prendercene cura c’è il Dott Vincenzo Emanuele Berardi dello Studio Dentistico Toti.

PREVENZIONE DELLA CARIE
Che cos’è la carie?
La carie è una malattia multifattoriale di origine esterna, che porta ad un ammorbidimento dei tessuti duri del dente, fino ad arrivare alla formazione di una cavità (Lesione cariosa). La progressione della lesione può arrivare fino alla polpa, causando un forte dolore e problemi funzionali. La lesione cariosa ha origine da una complessa interazione tra flora microbica, presente nel nostro cavo orale, e carboidrati alimentari. A questa interazione partecipano anche fattori appartenenti all’ospite, quali la saliva e le caratteristiche dei tessuti dentali (composizione chimica e morfologia). Il processo che porta alla formazione della lesione può essere descritto come la perdita dell’equilibrio dinamico tra demineralizzazione e remineralizzazione, che in condizioni normali rappresenta il meccanismo utilizzato dall’organismo per mantenere l’integrità dei tessuti. La causa principale dello sviluppo di carie sono i biofilm cariogeni, cioè quello che siamo abituati a considerare come “placca dentale”. Un altro fattore importante è la cariogenicità, sostanzialmente la tendenza a generare una dissoluzione dei tessuti duri dentali provocando, con l’andare del tempo, la comparsa di una lesione cariosa. Tale capacità è legata a precise caratteristiche metaboliche. Alcuni microrganismi, che normalmente fanno parte del microbioma orale e in particolare dei biofilm che colonizzano la superficie dentale, sono in grado di fermentare con grande efficacia i carboidrati apportati dall’alimentazione e di sopravvivere in condizioni di pH molto basso, dove le altre specie muoiono. Occorre tuttavia sottolineare come questa specie microbica faccia normalmente parte del microbioma orale in condizioni di salute. Analoghe considerazioni possono essere fatte per i lattobacilli, un gruppo eterogeneo di microrganismi normalmente presenti nei biofilm che colonizzano le superfici dentali. La cariogenicità è una caratteristica risposta di questi microrganismi a condizioni ambientali particolari, realizzate da un intenso e soprattutto frequente apporto di carboidrati nell’ambiente in cui vivono. Carboidrati che sono tanto più efficaci nel provocare la risposta dei batteri, quanto più sono facilmente fermentabili: in altre parole carboidrati semplici, normalmente ad alto indice glicemico e quindi già particolarmente problematici per il nostro organismo. L’origine del processo è quindi legata esclusivamente a un’assunzione frequente e intensa di carboidrati semplici, che rappresenta per i biofilm che colonizzano le superfici dentali una potente pressione selettiva in grado di distruggere l’equilibrio dell’ecosistema, favorendo lo sviluppo delle specie più adatte a sopravvivere in questa situazione. Il problema risiede nell’elevata frequenza di assunzione, che continuamente sollecita l’ecosistema e travolge letteralmente le difese dell’organismo: il flusso salivare, il potere tampone della saliva stessa e le sue capacità di remineralizzazione. Nella maggior parte dei casi ottenere una sostanziale riduzione della quantità di carboidrati assunti è molto difficile. Meno difficile e nettamente più efficace appare la riduzione della frequenza di assunzione degli stessi. Risultato che va mantenuto nel tempo mediante un programma di prevenzione.
Processo di demineralizzazione
Quando le condizioni dell’ambiente divengono sfavorevoli, il ciclo demineralizzazione-remineralizzazione (cioè cessione e acquisto di ioni calcio e fosfato) realizza un bilancio negativo. Tale bilancio, prolungandosi nel tempo, porta alla formazione della lesione. Quando le condizioni di pH della superficie cadono per tempi prolungati al di sotto del pH critico (5,5), dando origine al processo di demineralizzazione del tessuto. Una frequenza elevata (superiore a 1 assunzione/ora) mantiene il pH degli strati profondi del biofilm (e quindi della superficie dentale) costantemente al di sotto del pH critico dello smalto, innescando così il processo di demineralizzazione che conduce alla comparsa di una lesione cariosa. Durante la notte il flusso salivare si riduce fortemente e la superficie dentale rimane in una situazione di difese ridotte per lo stesso periodo. Qualsiasi assunzione di carboidrati, anche minima, avvenga prima di andare a dormire, rappresenta un elemento di rischio importante, carboidrati assunti in questo particolare momento della giornata rappresentano uno stimolo negativo per il metabolismo fermentativo dei microrganismi della placca che agisce in condizioni già sfavorevoli per le diminuite difese dell’organismo, amplificando così i propri effetti.

Prevenzione
Il potere tampone della saliva rappresenta un meccanismo di difesa fondamentale per i tessuti duri. Grazie ai sistemi tampone bicarbonato e fosfato, la saliva è in grado di tamponare i metaboliti acidi prodotti dai microrganismi che colonizzano le superfici dentali, mantenendone l’integrità. La loro efficienza deriva dalla composizione della saliva stessa e dal suo corredo di ioni ed enzimi. Grande importanza ha la durata temporale dell’intervento “riparatorio” della saliva: a pari concentrazione di minerali, se gli eventi di demineralizzazione si susseguono in maniera elevata per frequenza ed entità, il tessuto andrà incontro a demineralizzazione senza poter recuperare la materia persa. Non di minor importanza chiaramente è lo spazzolamento giornaliero, che assieme ad una corretta dieta diminuisce la probabilità dell’insorgere di lesioni cariose. In primo luogo è importante la frequenza dell’igiene orale domiciliare, è necessario eseguirla almeno 3 volte al giorno, tendenzialmente a seguito dei 3 grandi pasti quotidiani (colazione, pranzo e cena). E’ buona norma eseguire lo spazzolamento almeno 30 minuti dopo la fine dei pasti, in quanto in questo lasso di tempo all’interno del cavo orale avviene il reset del ph salivare, il quale subisce un forte decremento durante le fasi di alimentazione. Nel caso lo spazzolamento avvenisse prima dei 30 minuti si va ad “interrompere” il reset del ph, che avviene naturalmente, al fine di ristabilire un ph più adatto alla remineralizzazione. Infine per un’igiene orale ottimale è consigliabile l’utilizzo dello spazzolino elettrico, per migliorare e standardizzare la pulizia delle superfici dentarie, evitando errori di spazzolamento e danni a carico dei tessuti duri e molli del cavo orale dovuti a tecniche errate. Oltre allo spazzolino è necessario utilizzare in maniera complementare il filo interdentale, indispensabile per la detersione delle superfici interdentali non raggiungibili con lo spazzolino, siti molto suscettibili alle lesioni cariose.
Dott. Vincenzo Emanuele Berardi
Bibliografia: Cariologia: dalla prevenzione alla diagnosi al trattamento. Autori: Prof. Eugenio Brambilla, Docente Università degli Studi di Milano; Dott. Andrei Ionescu, Docente di Odontoiatria, Università degli Studi di Milano